Prime volte

Giancarlo Sitta

Ci siamo ritrovati fermi ad osservare
Il mondo collassare spenti come auricolari difettosi e intercalari rumorosi
Ti reinventi non t'impappinare quando reciti i tormenti sto arrivando tu non mi senti
Mi avvicino con il passo di una volpe
Sto imparando a tralasciare tutte quante le mie colpe e ovunque
Mi trovo, ti trovo, promuovo
Mi abbandono al suolo, senti un po' come risuono sopra un nuovo suono
Di nuovo da raccontarti
Non ho niente di buono
Ma dai per rallegrarti
Ti do un pò del mio spono è un caso cronico riproducibile agente patogeno
Guardo allo specchio un vecchio sadico e misogino
Chissà che fine hai fatto amico
Che poi quando mai sei stato amico
Manco te lo dico è stata dura rapportarsi alla realtà
Ricominciare come fossi ancora un sedicenne senza spalle dove Puoi affondare le zanne
Ruspare le canne
Farsi una scopata con la tipa che c'ha l'auto in panne
Finiti i tempi delle prime volte, sono 29 sberle sulla fronte ormai leggenda
Megalodonte
Parlerò più piano questa volta voglio trasparire, andarci piano sopra un palco farvi trasalire
Credi che sia facile sputarvi addosso queste rime? tu ci stai a soffrire? me lo dici prima di partire
Perchè sono sempre più depresso non ti garantisco neanche
Un buon amplesso se vuoi odiarmi fa lo stesso
Non ti biasimo, sai mi conosco ormai fin troppo bene
Per un po' di comprensione faccio troppe scene

Sono un apatico
Lascio che tutto scorra
Come un acquerello fuori dai confini che deborda
Ho la coscienza sporca come ogni fottuto essere umano
Forse è quanto basta a diventare un buon cristiano
Ma non credo in Dio ne a Gesù nemmeno a padre pio
Il buio è quello che mi ha trasformato ed io l'ho reso mio
Beccati sta predica, impreca ed impiccati
Ti do due spiccioli man
Sono rimasti solo i pezzi piccoli

La prima volta che ho sentito il sangue mescolarsi con la mia saliva
Prime volte in cui per fare a botte ci si offriva
Il primo puttantour, il primo
Dei miei tattoos, il primo
Dei miei concetti scivolato dentro un London mule
Non ho più speranza
Come Pier Paolo Pasolini
Non sforzarti a entrare in questa stanza meglio se non ti avvicini
È sotto spranga lì c'è un mostro
Vorace come
Mana cerace
Pronto a spaventare i tuoi bambini
Siediti al mio fianco ti racconterò una storia intorno al fuoco
Come quando ci ergevamo, primitivi
Io vorrei partire ancora dalle origini
Perdermi negli occhi tuoi, nelle tue lentiggini
Ma non ho forza di aggrapparmi a un nuovo sole
Anche stanotte piove e ci affrontiamo da persone sole
Come un ring privato dai giochiamo a pugilato che
Le buschi sono un toro scatenato svegli il vicinato
Con le grida, gli insulti
Non fingiamo di essere due adulti prenditi i risvolti e pagami in sussulti
Ti ho obbligata mai a fare quello che non digerivi
Vorrei darti gli occhi miei perchè tu non capivi
Ma adesso il guaio è fatto è solo latte sul mio pavimento
Do una ripulita e sto in disparte a contemplare il fallimento
Mica invento un cazzo di pretesto
Guarda mi dissesto
Io continuo a urlare e per mollare è presto

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