Mario

Lorenzo Cherubini

Mi ricordo da bambino che mio padre era spesso arrabbiato con me e non sapevo
Perché ritornavo dalla scuola verso l'una e quaranta e la fame
Era tanta con mia madre che diceva che c'è? Lorenzo dimmi che c'è?
Come è andata come mai non mi dici mai niente? Ma che razza di
Gente questi figli che ho certe volte non so cosa ho fatto per
Vedervi dire sempre di no non lo so, non lo so ma ti droghi fai
Veder le braccia ma che razza di faccia non mi piace per niente
Quella razza di gente con la quale ti vedi ma che cosa ti credi
Che tuo padre ed io non ti vogliamo bene? Sempre le stesse scene
Ogni giorno ogni sera quella stessa atmosfera
Mentre mio padre mi vedeva crescere lui mi sembrava non potesse invecchiare
Mentre crescevo tre centimetri l'anno lui era sempre uguale

Mi ricordo a dodici anni un pomeriggio di sole mi portò a un funerale ma era
Uno speciale che non c'era neanche un morto parente neanche un
Conoscente solo un sacco di gente seria molto composta una specie
Di festa al contrario e mio padre Mario mi diceva quando avrai un
Po' più anni potrai dire io c'ero ai funerali degli agenti della
Scorta di Moro questa sera quasi ventisette anni sto leggendo il
Giornale e di quel funerale mi risale l'immagine in mente e ho
Chiarissimo in testa quel concetto di festa al contrario e di mio

Padre Mario che per come era sempre severo mi appariva sincero
Nel dolore del restare impotente insieme a molta altra gente che
Sostava di fronte al potere di pochi sulla vita di molti e a quei
Volti sconvolti delle madri delle mogli dei parenti e dei figli
Degli agenti della scorta di Moro e mio padre Mario era così serio

E mi teneva sulla testa una mano quel pomeriggio è lontano
Quasi venti anni fa i negozi che chiudevano in tutta la città
Ogni cosa era strana nella mia fantasia non capivo perché in
Giro c'era tutta quella polizia le sirene spiegate le serrande
Abbassate sono più grande ma le cose non sono cambiate

La mia mano è più grande e mio padre più anziano la mia mamma si
Preoccupa perché sono lontano
Questa storia che ho detto con la
Rima baciata non so forse neanche io perché ve l'ho raccontata

Forse il centro di tutto è quella mano che mio padre mi appoggiò
Sulla testa questo è quanto mi resta un ricordo profondo grande
Come il mondo questo gesto che mio padre ebbe il cuore di fare
Questo gesto d'amore mille volte più potente di un pugno in
Questa notte di giugno in cui scrivo mi fa essere vivo pronto ad
Essere padre a mia volta e a spiegare a mio figlio bambino come
Ogni destino si unisce si confonde e si intreccia in comune con
Le altre persone gli dirò che ogni schiaffo e ogni pugno che è
Dato ogni piccolo diritto che nel mondo è violato è una ferita
Per tutti gli esseri della terra e finché non c'è giustizia ci
Sarà sempre guerra

No justice, no peace
No justice, no peace
No justice, no peace
No justice, no peace
No justice, no peace
No justice, no peace
No justice, no peace

Curiosità sulla canzone Mario di Jovanotti

Quando è stata rilasciata la canzone “Mario” di Jovanotti?
La canzone Mario è stata rilasciata nel 1994, nell’album “Lorenzo 1994”.
Chi ha composto la canzone “Mario” di di Jovanotti?
La canzone “Mario” di di Jovanotti è stata composta da Lorenzo Cherubini.

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