Vivo in inquietudine

Caparezza

Son due ore che cammino sotto il sole
Ho un sassolino nello stivale che mi fa male
Ma lo lascerò
Perché convivo con i problemi che ho
E lo so
Che il vento non ne ruberà nemmeno un po'
A questa vita che va avanti
Inghippo dopo inghippo sul palco tragicomico
Come De Filippo mi destreggio
So che se va male mi
Può andare andare pure peggio
Mi faccio coraggio
E se c'è veleno omaggio, come ostaggio
Lo assaggio
Forse berrò sabbia, come in un miraggio
Tipo Capitan Uncino vado all'arrembaggio
Senza maschera, perché qui non è Viareggio
Come al maneggio sto a
Cavallo delle mie sciagure
E più galoppo, più scappo dalle mie paure
Abituato ad ottenere poco
Corteggio il mio boia e me lo faccio amico

Vivo in inquietudine
Ma dovrò farci l'abitudine
Perché la vita non ti passa mai
Dovrò cicatrizzarmi addosso i guai
Vivo in inquietudine
Ma dovrò farci l'abitudine
Ogni giorno comincia un guaio nuovo
Vecchio come il mondo
Planetario come il globo

I miei problemi vengono fuori come funghi
Rimbombano nella mia mente come
Un'assolo di bonghi
Sono fanghi che mi sporcano, mi ungono
Mi immobilizzano se
Divento matto come in uno scacco al re
Anche se ne venissi fuori
Ammetto che ne sono attratto come un'ape
In un campo di fiori
Come un beone tra i liquori
Salgono e scendono dentro di me
Come ascensori di un hotel
E anche se andassi alle Seychelles
Mi inseguirebbero, mi aspetterebbero
Al varco come un cane quando
Il gatto sta sull'albero
Se faccio un passo indietro tipo gambero
Dopo mi accorgo
Che sono sempre stato trascinato
In questo assurdo gorgo che risucchia
Che mi rosicchia come una pannocchia
Che mi siede sulle sue ginocchia
E mi picchia è come una macchia
Che non viene via nemmeno con la candeggina
Mentre affogo nella mia latrina

Vivo in inquietudine
Ma dovrò farci l'abitudine
Perché la vita non ti passa mai
Dovrò cicatrizzarmi addosso i guai
Vivo in inquietudine
Ma dovrò farci l'abitudine
Ogni giorno comincia un guaio nuovo
Vecchio come il mondo
Planetario come il globo

(Vaff, Vaff-Vaffanculo)

La speranza è mia sorella, lo riconosco
Ma se mi girano i coglioni
Questa sera manco esco
Segno le tacche sul mio muro
Come fossi al fresco quando la vita passa
Batto i tacchi ed obbedisco non capisco
Ci siamo un po' ridotti come merde
Eravamo accecati da una luce verde
Che poi si è fatta scura ed ora è nera
Se non bianca come il
Teschio della sua bandiera
Stavo con gli amici sul
Trullo aspettando la sera
Suonavo pezzi di cartone a primavera, ed ora
Tutti i guai sembrano venirmi addosso
Forse morirò cantando come un
Ubriaco nel fosso
Senza una tipa che mi coccola
Che cerco come birra in una serata spicciola
Sempre nei casini come al solito
Come una donnetta se alza il gomito
Poi vomito e non mi limito

Vivo in inquietudine
Ma dovrò farci l'abitudine
Perché la vita non ti passa mai
Dovrò cicatrizzarmi addosso i guai
Vivo in inquietudine
Ma dovrò farci l'abitudine
Ogni giorno comincia un guaio nuovo
Vecchio come il mondo
Planetario come il globo

Curiosità sulla canzone Vivo in inquietudine di Caparezza

Quando è stata rilasciata la canzone “Vivo in inquietudine” di Caparezza?
La canzone Vivo in inquietudine è stata rilasciata nel 1998, nell’album “Ricomincio da Capa”.

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