Ariosto Governatore
Di su, di giù, nell'alta selva fiera
Tanto girò che venne a una riviera
Per altra selva sono qui finito
Tra monti e lupi
A fare da governatore
Di qua, di là, di su, menando brando
I versi li ho gettati giù nel campo
Tra ladroni, pesti ed assassini
Strozzato al giogo che qui mi circonda
Non ho da offrire che parole
Se il senno è sulla luna
Qualcuno l'ha raccolto e lo raduna
Se la ragione è qui che si conserva
Vuol dir che sulla terra
Non è rimasta che follia
Di su, di giù, anche l'autor di corte
Latra e lecca e deve mordere più forte
Poetica illusion la fama eterna
Impiegato ora nel fasto
Ora nel catasto
Il poeta non invecchia però langue
Da una piaga che continua a sparger sangue
L'opera e il successo materiale
Non ripara dal male sociale
Veder perire ciò che vale
Se il senno è sulla luna
Qualcuno l'ha raccolto e lo raduna
Se la ragione è qui che si conserva
Vuol dir che sulla terra
Non è rimasta che follia
Di su di giù l'umile è sempre offeso
A soprusi e tasse verrà sempre appeso
Ma a levare al ricco un privilegio
A un bandito, a un prete, ad un protetto
Non c'è legge che sortisca effetto
Di qua, di là, di su non c'è giustizia
Mi faccia ritornare sua eccellenzia
Al disordine furioso della mia follia
Che gira come giostra in tondo
Al triste ordine del mondo
Non ho potuto offrire cambiamento
Né sicurezza o rivoluzione
Solo nel sentimento mi ha toccato l'oppressione
E non ho avuto da offrire che illusione
Non ho avuto da offrire che parole
Se il senno è sulla luna
Qualcuno l'ha raccolto e lo raduna
Se la ragione è qui che si conserva
Vuol dir che sulla terra
Non è rimasta che follia
Se la ragione è qui che si conserva
Vuol dir che sulla terra
Non è rimasta che follia