Primavera '59
La giapponese rise con i semi in mano
Poi, con un gesto lieve, in aria li gettò
Al volo di piccioni che, planando piano
Con remiganti aperte al suolo si allargò
La piazza di San Marco si fermò un istante
Firenze, in primavera, quasi scomparì
E rimanesti solo, là, nell'inquietante
Primavera dei vent'anni che nell'anima fiorì
E andasti ad aspettarla con il cuore in gola
E dentro un'emozione antica ti bruciò
Sciamavano ragazze fuori dalla scuola
Riempiendo quella strada che s'illuminò
Di voci, risa, grida, gioventù e richiami
Ma la sua voce chiara il nome tuo chiamò
Ti corse incontro accesa, ti afferrò le mani
Vi guardaste silenziosi e poi forte ti abbracciò
E credevate che
Sarebbe stato eterno quell'amore
Quel fiore non avrebbe mai visto l'inverno
Quel giorno non sarebbe mai mutato in sera
Per voi sarebbe stata sempre, sempre primavera
Adesso dove sei, bimba d'allora
Con i tuoi sedici anni e il tuo sorriso?
Chissà se senti che ti pensa in questo autunno
Che consuma ora piano
Anche il ricordo del tuo viso?
Ma i giovani s'illudono d'essere immortali
E che ogni storia duri per l'eternità
Non sanno quanti fili, trame occasionali
Si tessono o svaniscono in casualità
Una stagione muore, un'altra prende il volo
Sai quando inizia, non se e quando finirà
Ma è bella l'illusione di un momento solo
Quella luce che ti abbaglia, anche se si spegnerà
Ma allora, a pranzo in una trattoria
Scrutando ansiosi il tempo che passava
Poi un cinemino, persi in galleria
Per qualche bacio che però bastava
Di corsa al treno per il tuo ritorno
L'ultimo bacio lungo il marciapiede
Tanto veloce volò via quel giorno
Poco quel tempo da passare assieme
Di ritornare forse le giurasti
Mentre era ferma, immobile nel pianto
Parole perse, so che non tornasti
Da quella donna allora amata tanto
E tutto è solo un episodio, un giorno
Un uscio chiuso che non si aprirà
Una partenza che non ha ritorno
Come il tempo in questo autunno
Che la nebbia scioglierà
Ed io rimasi solo, là, nell'inquietante
Atmosfera dell'autunno, che quest'anima ferì