Metodo Stanislavskij

Tengo un nodo in gola che stringe tipo cravatta
Raschia la conoscenza pazienza ho un cuore di latta
Ma non mi basta, l'abito non mi calza
Rimbalza la mia mente tra panico e attacchi d'ansia
Mi dico basta autocommiserarsi
Raccolgo pezzi sparsi di questa esistenza guasta
Ma mi sovrasta è difficile rialzarsi
Può darsi che cammini con i sassi dentro una tasca
Scappo in Alaska per sfuggire dai guai
Resto in ombra tra la folla ma non mi mollano mai
Fanno parte del mio essere in malessere costante
La variante del benessere è essere costante
Se non c'è formula per la felicità
Resto in orbita e mi muovo in assenza di gravità
È l'incognita il fattore che forse mi aiuterà
In questa torbida salita che ho già scalato a metà
Ho fatto a pugni con il mio ego, non ti nego
È stata dura ammettere i miei errori ma non li rinnego
C'è un diniego del mio essere, tessere del lego
Mi rallegro quando spiego il mio pensiero in queste lettere
Mi fa riflettere ma non riesco a trasmettere
Il messaggio si perde nell'etere serve connettere
Ogni passaggio è complicato comprometterne il significato è come imbattersi in un rompicapo
Punto a capo è un punto di partenza prenderne coscienza
Non c'è una strada per l'uscita d'emergenza
Cambiare muta come un rettile che invecchia
Chiedere scusa per lavare via una macchia
Allora dimmi che forse basta un po' fingere
Tingere di nero le tele che vuoi dipingere
Stringere chi è vero e davvero resta per vincere
Attingere a speranze rinchiuse dentro le viscere