Martino
[Testo di "Martino"]
A quanto pare ci risiamo
Non credo resisterò
È troppo forte il suo richiamo
È Stefano, dio del rock
Basta spingere quel che già c'è in te
Divertente o no vuole vincere
È sempre in tutto i posti giusti
Un poco annoiato però
Protesta con i pugni chiusi
Del mondo gli importa un tot
Basta spingere quel che già c'è in te
Divertente o no sopravvive
Se fosse un film muto, la musica comincerebbe adesso con il protagonista, Stefano, che alza il bavero della giacca, imbocca la porta ed esce con passo deciso sotto una pioggia battente. La serie di vicissitudini che l'hanno investito negli ultimi giorni sembrano andare dalla sfortuna ad un ricercato humor nero. La macchina, il tampone, la cerimonia, il tizio che lo voleva uccidere
Lui non desiderava altro che sette giorni liberi in cui pensare solo a sé stesso. E invece tutto quel tempo è diventato un vuoto gigante, in cui gli è crollata addosso la sua solitudine. Come la classica scena del quotidiano che il vento ti sbatte sul parabrezza con la notizia, colpo di teatro! Ed eccolo che invece adesso, braccato dagli eventi, nei pochissimi minuti liberi tra il meccanico e la polizia, fuoriescono da lui come spingendo da dentro un guscio nuove idee, chiusure, soluzioni a cui non pensava da tempo. La sua inaspettata creatività genera filamenti fluorescenti, che tengono tutto unito in modo davvero tecnologicamente avanzato. Sembra che sia la realtà stessa a nutrire la sua creatività, ma non come una fuga, bensì come una sovrastruttura, che ritma e commenta. Non serve un'arte sopra la realtà. La democrazia permette ai pittori e ai bulli di picchiare. Uno stormo enorme di rondini crea un corridoio per uno strano rapace che mangia i propri pulcini